Tu sei qui: ChiesaMaiori, 214° anniversario della traslazione della statua della Madonna Avvocata dal Monte Falesio alla Collegiata
Inserito da (Admin), mercoledì 7 settembre 2022 21:30:20
Era il 13 febbraio 1807 quando, a seguito delle leggi napoleoniche che sancivano la soppressione degli ordini monastici, i camaldolesi di Montecorona che fino ad allora avevano retto l'eremo della Madonna Avvocata sul Monte Falesio dovettero abbandonare il Santuario.
L'8 settembre del 1808 il popolo di Maiori, particolarmente devoto alla Vergine Avvocata, decise di traslare la miracolosa effige della Madonna dall'omonimo Santuario alla Collegiata di Santa Maria a Mare, accompagnando l'evento con una grandiosa processione.
A distanza di 214 anni, con immutato spirito di fede e devozione, giovedì 8 settembre si ricorda la discesa della cinquecentesca statua in legno dorato dal Monte Falesio con la celebrazione del Santo Rosario alle 18.30 e della Messa alle 19 in Collegiata. Seguirà la processione della statua sul sagrato della Collegiata.
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Il Santuario di Maria Santissima Avvocata sopra Maiori è situato a un'altezza di circa 827 metri sul Monte Falesio (o Falerzio). E' raggiungibile solo tramite sentieri montani che partono da Maiori, Cetara e Cava de' Tirreni, percorrendo in parte l'Alta Via dei Monti Lattari.
Le origini del santuario risalgono al 1485 quando un giovane pastore di Maiori, Gabriele Cinnamo, portando al pascolo le capre, scoprì una grotta tra i boschi del monte Falerzio. In seguito a un sogno, in cui la Vergine Maria gli chiedeva di edificare un altare in quel luogo, il giovane lasciò il suo lavoro e si ritirò in eremitaggio sul monte, raccogliendo offerte per costruire una cappella con altare nella grotta. Nel 1503, con il consenso del papa Leone X, fu costruita una chiesa sulla roccia sovrastante, e infine il campanile. Negli anni seguenti molti eremiti si presero cura della chiesa, e la devozione alla Madonna Avvocata si diffuse tra la popolazione dei borghi marinari della costa.
Il 21 aprile 1590 una piccola statua della Vergine fu portata sul monte Falerzio, come protettrice dei naviganti; la tradizione popolare narra di eventi straordinari, come lacrimazioni della statua, liberazione di indemoniati e guarigioni di ammalati ritenuti incurabili. Nel 1687 l'eremo passò in custodia ai padri camaldolesi, che ampliarono la chiesa e i locali abitativi annessi, dotandoli anche di una biblioteca.
Nel 1807 il re di Napoli Giuseppe Bonaparte, fratello di Napoleone, emanò le leggi di soppressione degli Ordini religiosi: i monaci furono allontanati, i loro beni confiscati e sul monte fu collocato un presidio militare. Le intemperie e un incendio distrussero ciò che rimaneva del santuario. Furono alcuni cittadini devoti di Maiori e della Badia di Cava de' Tirreni, negli ultimi anni dell'Ottocento, a ripulire e restaurare l'altare e gli affreschi della grotta, e poi a ricostruire la chiesa. Da allora il santuario è custodito dai benedettini della Badia di Cava de' Tirreni.
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