Tu sei qui: Storia e StorieA Maiori il rito del veliero acceso per la Madonna Addolorata
Inserito da (Admin), lunedì 15 settembre 2025 19:22:07
di Enzo Mammato - appassionato di storia maiorese
Ad Majora...
A Maiori, nel giorno dedicato alla Madonna Addolorata, si rinnova una tradizione che affonda le radici nella storia del paese. Dopo la processione e il rientro della statua nella cappella omonima, situata alla fine di Via "Casale dei Cicerali", prende vita un rito singolare: l'accensione di una barca artigianale, un veliero che richiama la Maiori dei tempi della Repubblica Amalfitana, quando il borgo ospitava un arsenale, cantiere aperto per la costruzione di barche di ogni tipo e dimensione, e le sue genti erano pescatori e marinai.
Ma quale significato nasconde questo gesto nel giorno in cui la Madonna è ricordata come Addolorata, simbolo di sofferenza e smarrimento? In altre località, le processioni sono illuminate da fiaccole e vedono un'intensa partecipazione femminile. A Maiori, invece, si consuma un rito che non trova facilmente similitudini né in Italia né all'estero.
Secondo la tradizione, Maiori è "nu paese e sciavecare" - cioè dedito alla pesca con la sciabica (tipica imbarcazione locale, ndr) - e "'a storie e Majure a sann' e marenare". In particolare, il Casale dei Cicerali fu per secoli la dimora di molti marinai. La barca, mezzo che permette di affrontare il mare, diventa simbolo delle sfide quotidiane della comunità. La Madonna Addolorata, privata del Figlio, rappresenta il dolore umano, quello delle madri e delle mogli che restano a terra, più ancora che il dolore divino. Il fuoco, a sua volta, assume un duplice valore: brucia il male e il vecchio per fare spazio al nuovo, trasformandosi in coraggio che vince la paura.
Mettendo insieme questi elementi, il rito può essere letto come un antico scongiuro contro i rischi del mare, un modo per esorcizzare le ansie che, nei secoli, hanno accompagnato madri e mogli quando i loro uomini si imbarcavano per la pesca o per lunghi viaggi di lavoro.
Il maiorese Alfonso Capone, nel libro Impronte, dove racconta la sua giovinezza tra pesca e navigazione, ricorda come nella cultura del paese fosse costante la commistione tra sacro e profano per tenere lontano i pericoli del mare. A conferma di ciò, restano gli ex voto marittimi custoditi nella Collegiata di Santa Maria a Mare - ma non nella cappella dell'Addolorata - segni di gratitudine per le vite salvate in tempeste, naufragi o attacchi di pirati, grazie, secondo la devozione popolare, all'intercessione di Santa Maria a Mare e dei Santi.
Così, nell'accendere il piccolo veliero, Maiori rinnova ogni anno un messaggio di fede, speranza e coraggio, intrecciando la memoria del suo passato marinaro con la profonda devozione per la Madre Addolorata.
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