Tu sei qui: Territorio e AmbienteDopo la mareggiata i rifiuti invadono la spiaggia di Maiori, signora raccoglie polistirolo a gogò
Inserito da (Maria Abate), martedì 29 settembre 2020 13:10:12
Milioni di cassette per il pesce ogni anno finiscono nel mare italiano. Sono di polistirolo espanso, quel materiale che si sgrana in piccole palline, pericolose quando si riducono a dimensioni inferiori ai 5 mm ed entrano nella catena alimentare.
Proprio il polistirolo è il materiale inquinante che, dopo le mareggiate del weekend ancora trascorso, si è riversato sulla spiaggia di Maiori. A raccoglierlo, ancora una volta, la signora che sabato scorso mise i braccioli e i salvagenti dei bambini, strappati dai locali degli stabilimenti balneari, al riparo dalle onde del mare.
Ma perché tutto questo polistirolo? Il polistirolo è un materiale economico e con buone prestazioni fisiche, quindi è utilizzato in grosse dosi chi si occupa di pesca o acquacoltura.
Allo stesso tempo, però, presenta forti limiti ambientali: essendo un prodotto monouso, diventa un rifiuto appena finisce di assolvere la sua funzione ed ha uno scarso valore di mercato come rifiuto riciclabile.
I pescatori spesso scartano direttamente in mare le cassette per il pesce, che viaggiano da una costa all'altra fino a spezzettarsi, mischiarsi alla sabbia, penetrare nelle fenditure degli scogli e sgretolarsi in migliaia di frammenti che pesci ed altri animali scambiano per cibo.
Ma il polistirolo non è solo nelle cassette per il pescato, è anche nelle boe, nei galleggianti, nei pontili, nelle zattere, nei salvagenti delle barche a vela, nelle tavole da nuoto. Tutti oggetti che, una volta danneggiati, scaricano frammenti di polistirolo direttamente in mare, con un conseguente significativo inquinamento.
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