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Tu sei qui: Territorio e Ambiente«La fede ci unisce: Positano e Maiori celebrano insieme il dogma di Maria Assunta in cielo», il discorso d'insediamento di Don Danilo /VIDEO

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«La fede ci unisce: Positano e Maiori celebrano insieme il dogma di Maria Assunta in cielo», il discorso d'insediamento di Don Danilo /VIDEO

"Questa sera, per un disegno divino, questa celebrazione unisce in profonda comunione tre comunità: quella di Maiori per l’inizio del novenario in preparazione alla festa di S. Maria a Mare, quella di Conca dei Marini per la festa della Madonna della Neve, e la nostra chiesa di Positano che si appresta a vivere la solennità dell’Assunta"

Inserito da (Maria Abate), venerdì 7 agosto 2020 16:28:29

Eccellenza Rev.ma,

questa sera, ancora una volta, la parola di Dio ci ha sostenuti, come ha detto Lei, nella tempesta. Faccio mie le parole del profeta Geremia (1,6) all'inizio della sua vocazione: «Ahimè, Signore Dio, ecco io non so parlare, perché sono giovane».

Esprimo innanzitutto la mia gratitudine a Dio e a Lei per il nuovo compito che da questa sera mi affida «con timore e gioia grande» (mt 28,8), dopo l'esperienza vissuta a Conca dei Marini in qualità di parroco di S. Pancrazio Martire e San Giovanni Battista.

Unitamente a Lei, saluto gli Eccellentissimi Vescovi Mons. Ernesto Mandara e Mons. Michele Fusco originari di questa terra e vanto della chiesa positanese, il Sig. Sindaco dott. Michele De Lucia, le autorità civili e militari, i fedeli, i numerosi sacerdoti presenti o uniti a noi spiritualmente, espressione dell'abbondanza vocazionale che da sempre ha contraddistinto questa comunità, guidata da Pastori secondo il cuore di Cristo.

Come non ricordare in questo momento l'indimenticabile don Raffaele Talamo di venerata memoria, tornato alla casa del Padre nell'agosto 2005, a pochi giorni di distanza in cui a Maiori si spegneva il nostro amato Mons. Nicola Milo. Tanti di noi possono attribuire la paternità della loro vocazione a quel fascino che essi hanno esercitato su di noi attraverso il loro ministero sacerdotale.

Di essi e di tanti altri scrive papa Benedetto XVI: «La testimonianza di un sacerdote vissuto bene nobilita la Chiesa, suscita ammirazione nei fedeli, è fonte di benedizione per la comunità, è la migliore promozione vocazionale».

Successivamente a raccogliere la sua eredità spirituale, nella varietà dei carismi, sono stati don Giulio, don Michele, don Nello, affiancati da don Cyriacus, P. Andrea, e in stretta collaborazione con le Suore Serve del Divino Spirito.

Per la formativa esperienza vissuta accanto a don Nello durante gli ultimi anni di seminario, del diaconato e del presbiterato in qualità di suo vicario parrocchiale a Cetara; per il tempo, pur se breve, in cui ho sostituito don Raffaele a Montepertuso e Nocelle; e per una brevissima parentesi anche a Positano; posso dire di non essere del tutto estraneo a questa comunità. Valgono per me le parole del Vangelo di Matteo (25,43) «Ero straniero e mi avete accolto».

Il Signore ci chiama, pertanto, a vivere quella comunione presbiterale che non è il risultato di un compromesso tra persone che la pensano allo stesso modo, bensì è l'esigenza di "camminare insieme". La prima forma di evangelizzazione non risponde al principio "l'unione fa la forza", ma a questa regola di vita ecclesiale: "la concordia è il presupposto della Pentecoste". Lo stile sinodale non si improvvisa ma si apprende, valorizzando gli organismi di partecipazione (il Consiglio pastorale e per gli affari economici, i catechisti, i ministri della Parola e dell'Eucaristia, i gruppi, i movimenti, le associazioni) che non si ispirano al criterio della maggioranza, ma a quello della convergenza».

Mio vivo desiderio è quello di lavorare nella vigna del Signore nel rispetto e nella continuità con quanto è stato già realizzato da chi mi ha preceduto, nell'osservanza del Vangelo e delle regole della Chiesa, nel custodire l'immenso patrimonio di fede e di tradizione di questa comunità.

Sebbene incolmabile la sproporzione tra l'esiguità del nostro ministero e la grandezza del mandato ricevuto, tuttavia il Signore ci ha giudicati degni di fiducia, mettendoci al suo servizio (cfr. 1 Tm 1,12). Egli ha versato l'olio di letizia della sua grazia "in misura pigiata, scossa e traboccante" nei vasi di creta della nostra vita, «affinché appaia che questa straordinaria potenza appartiene a Dio, e non viene da noi» (2 Cor 4,7).

Ci ricorda l'Apostolo Pietro (1 Pt 5,2-3): «Pascete il gregge di Dio che vi è affidato, sorvegliandolo non per forza ma volentieri secondo Dio; non per vile interesse ma di buon animo; non spadroneggiando sulle persone a voi affidate, ma facendovi modelli del gregge».

Positano, perla della Costa d'Amalfi, porta delle genti, per la sua riconosciuta vocazione turistica, ha sempre fatto dell'accoglienza il suo fondamentale impegno. Il turista, come i viaggiatori del gran tour, è accarezzato non solo dalle bellezze paesaggistiche e dai monumenti che la circondano, ma soprattutto dalla laboriosità e della creatività dei suoi abitanti.

Mentre pronuncio queste mie povere parole ascolto la voce della storia che, pur avvolta per secoli nel silenzio, regala a noi e ai tanti visitatori uno spettacolo di cultura e di arte di straordinaria bellezza, testimone silenziosa di una antica civiltà sulle cui rovine si erge, a baluardo della nostra fede, questo antico tempio.

Oggi vederla ripartire con tante difficoltà a causa della pandemia, soprattutto in quella che è la sua fonte primaria di sostentamento per tante famiglie quale il turismo, ci rattrista non poco il cuore.

Signore, «Ci chiami a cogliere questo tempo di prova come un tempo di scelta. Non è il tempo del tuo giudizio, ma del nostro giudizio: il tempo di scegliere che cosa conta e che cosa passa, di separare ciò che è necessario da ciò che non lo è. È il tempo di reimpostare la rotta della vita verso di Te, Signore, e verso gli altri [...] L'inizio della fede è saperci bisognosi di salvezza. Non siamo autosufficienti, da soli, da soli affondiamo: abbiamo bisogno del Signore come gli antichi naviganti delle stelle. Invitiamo Gesù nelle barche delle nostre vite. Consegniamogli le nostre paure, perché Lui le vinca. Come i discepoli sperimenteremo che, con Lui a bordo, non si fa naufragio. Perché questa è la forza di Dio: volgere al bene tutto quello che ci capita, anche le cose brutte. Egli porta il sereno nelle nostre tempeste, perché con Dio la vita non muore mai» (Papa Francesco, 27 marzo 2020).

Questa sera, per un disegno divino, questa celebrazione unisce in profonda comunione tre comunità: quella di Maiori per l'inizio del novenario in preparazione alla festa di S. Maria a Mare, saluto e ringrazio don Nicola Mammato e la delegazione di maioresi per la loro presenza; quella di Conca dei Marini per la festa della Madonna della Neve, saluto don Andrea mio successore e coloro che rappresentano la comunità dove ho svolto il mio servizio sacerdotale; e la nostra chiesa di Positano che si appresta a vivere la solennità dell'Assunta.

Maria, pellegrina venuta dal mare dai lontani lidi d'Oriente per posare i suoi piedi su questa terra tutta mariana dai monti al mare per conquistare i cuore dei suoi abitanti, alimenti l'amore nelle nostre famiglie, faccia crescere i suoi figli alla vita buona del Vangelo, aiuti i giovani nella ricerca di una felicità duratura, doni salute agli infermi, illumini le scelte di quanti lavorano per il bene della comunità. Ci protegga S. Vito, il giovane martire S. Pancrazio, S. Antonio di Padova, San Giovanni Maria Vianney e tutti i nostri Santi Patroni.

 

[...] Madre della Chiesa,

noi, sacerdoti,
vogliamo essere pastori
che non pascolano se stessi,
ma si donano a Dio per i fratelli,
trovando in questo la loro felicità.
Non solo a parole, ma con la vita,
vogliamo ripetere umilmente,
giorno per giorno,
il nostro "eccomi".

Guidati da te,
vogliamo essere Apostoli
della Divina Misericordia,
lieti di celebrare ogni giorno
il Santo Sacrificio dell'Altare
e di offrire a quanti ce lo chiedono
il sacramento della Riconciliazione.

 

Avvocata e Mediatrice della grazia,

tu che sei tutta immersa
nell'unica mediazione universale di Cristo,
invoca da Dio, per noi,
un cuore completamente rinnovato,
che ami Dio con tutte le proprie forze
e serva l'umanità come hai fatto tu.

Ripeti al Signore
l'efficace tua parola:
"non hanno più vino" (Gv 2,3),
affinché il Padre e il Figlio riversino su di noi,
come in una nuova effusione,
lo Spirito Santo.

[...] La tua presenza faccia rifiorire il deserto
delle nostre solitudini e brillare il sole
sulle nostre oscurità,
faccia tornare la calma dopo la tempesta,
affinché ogni uomo veda la salvezza
del Signore,
che ha il nome e il volto di Gesù,
riflesso nei nostri cuori,
per sempre uniti al tuo!

Così sia!

(PREGHIERA DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI, Fátima, 12 maggio 2010)

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