Tu sei qui: Territorio e AmbienteReferendum bloccato a Maiori, il Comitato ricorre al Tribunale Civile: «Negato ai cittadini il diritto di voto»
Inserito da (Redazione il Vescovado Notizie), venerdì 1 agosto 2025 11:52:47
Nuovo capitolo nella battaglia intrapresa dal Comitato Promotore Referendum Popolare del Comune di Maiori, che ha depositato presso il Tribunale Civile di Salerno un ricorso volto a ottenere l'annullamento della delibera consiliare n. 37 del 26 settembre 2024, con cui era stato impedito lo svolgimento del referendum cittadino su due opere pubbliche particolarmente controverse: il depuratore in località Demanio e il traforo stradale tra Maiori e Minori in località San Francesco.
Il Comitato, rappresentato legalmente dagli avvocati Oreste Agosto e Vincenzo Rispoli, chiede che sia riconosciuto il diritto dei cittadini a partecipare democraticamente alle decisioni che riguardano il futuro del proprio territorio, nel pieno rispetto dello Statuto comunale, e che venga convocata la Commissione per i referendum prevista dall'art. 79 dello stesso Statuto.
Tutto è iniziato il 14 agosto 2024, quando il Comitato ha regolarmente presentato istanza di attivazione del procedimento referendario. Secondo quanto previsto dallo Statuto, l'ammissibilità della richiesta doveva essere valutata da una Commissione tecnica apposita. Tuttavia, l'Amministrazione comunale ha deciso di non convocarla, demandando invece la decisione al Consiglio comunale, che ha bocciato la richiesta per meri motivi di forma.
«Una grave violazione delle regole democratiche», ha dichiarato il coordinatore del Comitato, prof. Mario Civale, che accusa la maggioranza politica di essersi "sostituita agli organi competenti per impedire ai cittadini di esprimersi".
Il contenzioso è già approdato dinanzi al TAR Salerno, che nella recente sentenza n. 143/2025 ha riconosciuto la fondatezza delle argomentazioni del Comitato, pur dichiarando il difetto di giurisdizione amministrativa. I giudici amministrativi hanno chiarito che il diritto dei promotori a vedere valutata la propria proposta referendaria configura un "diritto soggettivo pubblico", non comprimibile da decisioni adottate da soggetti non competenti, e che la questione rientra quindi nella competenza del giudice ordinario.
Le due opere pubbliche oggetto del referendum interessano aree vincolate dal punto di vista paesaggistico, ambientale e idrogeologico, tra cui il sito della Grotta dell'Annunziata, beni tutelati dall'UNESCO, i siti Natura 2000 e aree a rischio idraulico. Per entrambe le questioni erano già state raccolte oltre 1.000 firme attraverso due petizioni popolari, rimaste però senza risposta da parte dell'amministrazione comunale.
Il Comitato osserva che l'assegnazione al Comune di Maiori di 1,8 milioni di euro per una nuova condotta sottomarina, recentemente annunciata, potrebbe rappresentare una svolta decisiva: se il sindaco confermasse ufficialmente l'intenzione di abbandonare il progetto del depuratore in località Demanio, puntando su soluzioni tecnologiche più sostenibili, uno dei due quesiti referendari potrebbe diventare superfluo.
«Questa vicenda rappresenta un precedente importante a livello nazionale - sottolineano i promotori - per la tutela degli strumenti di democrazia partecipativa nei comuni e per il diritto dei cittadini ad avere voce nelle scelte strategiche per il proprio territorio».
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