LibriMaiori: Carlo De Filippo si racconta in "Bell’ e buono", la ricetta di una vita vissuta attraverso il cibo

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Maiori: Carlo De Filippo si racconta in "Bell’ e buono", la ricetta di una vita vissuta attraverso il cibo

Dall'ombra del limoneto che caratterizza il suo ristorante Pineta 1903, l'autore di questo libro ripercorre i passi che hanno portato un “uomo senza talento”, come è solito definirsi, a un incredibile successo.

Inserito da (PNo Editorial Board), sabato 27 maggio 2023 11:02:50

Bell' e buono è un'espressione napoletana per indicare qualcosa di bello e di buono. Ma bell' e buono, in napoletano, significa anche "all'improvviso", qualcosa di inaspettato.

E, soprattutto, "Bell' e buono" è il titolo del libro di Carlo De Filippo, gestore del Ristorante Pineta 1903, che da ben 4 generazioni propone agli amanti del buon cibo i sapori della Costa d'Amalfi in un curato giardino di limoni nel centro storico di Maiori.

Un volume in cui Carlo ha voluto raccogliere le Ricette Tradizionali dell'Antica Cucina del territorio, come quelle segrete del famoso Pesto Amalfitano del suo ristorante e quella del liquore, il Fogliolino (realizzato con sole foglie di limone). La sintesi completa di una Cucina - con la C maiuscola - fatta con tutti i crismi.

Dall'ombra del limoneto che caratterizza il suo ristorante Pineta 1903, l'autore di questo libro ripercorre i passi che hanno portato un "uomo senza talento", come è solito definirsi, a un incredibile successo.

Dagli hotel a 4 e 5 stelle, nel gennaio 2001, Carlo De Filippo approda in Costiera Amalfitana, per mettere radici e costruire giorno dopo giorno il proprio sogno.

Quasi vent'anni e due figlie meravigliose al fianco di Mariantonia, una donna forte e indipendente, che sarà la sua forza, moglie e socia, una donna al cui fianco un uomo si sente onnipotente e che adesso è un angelo splendente che veglia la sua famiglia dall'alto.

"Bell' e buono" propone quel viaggio meraviglioso, tra ricette e aneddoti, che lo ha portato, finalmente, a trovare il proprio talento e a tenerselo ben stretto.

 

L'autore

Sempre convinto di non avere alcun Talento, Carlo De Filippo ha passato la vita a mettersi in discussione, sempre. Ha lavorato negli hotel fin da quando aveva 14 anni, dove svolgeva le stagioni di 4 mesi mentre frequentava la scuola superiore, per 35 anni, ogni volta spostandosi da un albergo ad un altro dove rimaneva per massimo 3 anni. Si è poi iscritto all'Università alla facoltà di Sociologia, ma ha lasciato a 3 esami dalla tesi, sempre alla ricerca di un talento che non arrivava (o non trovava). Nel gennaio del 2001, approda in Costiera Amalfitana per l'apertura di un noto notel della zona con l'incarico di mettere su il Front e Back office dell'albergo. Allo scadere del terzo anno, fedele alla sua regola dei 3 anni, è pronto a rifare le valige per l'ennesima volta. Ma un imprevisto segna indelebilmente la sua sorte. Ad una festa di matrimonio, nel suggestivo ventre del Fiordo di Furore, a 34 anni, succede l'inaspettato: conosce il suo amore più grande, Mariantonia. Dopo solo 5 giorni le chiede di sposarlo e dopo 9 mesi diventeranno marito e moglie. Si nasce molte volte in una vita e quel giorno, nacque a nuova vita (anche se lui ancora non poteva saperlo). 9 mesi dopo (e 10 chili in più, dovuti alla frequentazione delle cucine della Suocera) si sposa a Furore nella splendida Chiesa di S. Elia (Contrada della Cicala, contrada di appartenenza di Mariantonia). Quasi 20 anni e due figlie meravigliose a fianco ad una donna forte ed indipendente, che sarà la sua forza e sostenitrice, moglie e socia, Mariantonia incarna la donna al cui fianco un uomo si sente onnipotente. Insieme tirano su due figlie meravigliose: Giulia e Sofia. Ristrutturano "in economia" un rudere, utilizzato per appendere i "Piennolo" di pomodorini di Furore, formato da una grande camera con "Volta a Croce" ed una camera adiacente con "Volta a Botte": Carlo, forte dell'esperienza del suo lavoro in giro per decine di hotel, lo ristruttura a mo' di suite di un hotel 5 stelle. Nel 2009 lascia il lavoro negli hotel e rileva una prima attività commerciale a Maiori. Nel 2015 rileva uno storico bar di Maiori, il Bar Pineta, punto di riferimento per più di una generazione in Costiera Amalfitana, con un'antica Limonaia al suo interno/esterno e, dopo un'importante ristrutturazione, a metà luglio 2015 apre il Pineta 1903 che diventa già l'anno dopo, non senza un primo battesimo di fuoco, uno dei migliori ristoranti di quell''Olimpo della Cucina Campana che è appunto la Costa d'Amalfi, dove non c'è Donna o Uomo che non sappia cucinare da grande Chef e non c'è uomo, donna o bambino che non sia un buongustaio. Aprire un ristorante con una capienza di circa 300 coperti, il 15 luglio, in piena stagione turistica, in una Maiori e costiera amalfitana brulicante di turisti e abitanti oriundi che ritornavano alle case di origini per le vacanze estive, con un personale fatto di elementi che si ritrovavano a lavorare per la prima volta insieme, senza essere un team, è stato come andare in pieno campo di battaglia senza ancora l'armatura e la spada! Si nasce molte volte in una vita. Si muore più volte in una vita. E nel 2021, dopo 4 anni di malattia, lo segna la perdita di Mariantonia. Si nasce e si muore molte volte in una vita e si muore in molti modi, quel giorno Carlo è morto perché la sua anima si è spenta.

 

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