Tu sei qui: CronacaA Maiori e Minori si va a scuola senza zaino e si impara a fare comunità
Inserito da (admin), sabato 8 febbraio 2020 08:53:43
Di Maria Abate
L'Istituto comprensivo "Roberto Rossellini" di Maiori e Minori è entrato a far parte della Rete Nazionale Scuole Senza Zaino, un Modello di Scuola che parte dal gesto simbolico dell'eliminazione dello zaino dal corredo scolastico degli studenti, per poi sviluppare tre obiettivi: accoglienza, comunità e responsabilità.
Catalogato - nel 2018 - come best practice in una ricerca sulle didattiche innovative promossa dall'OECD dal titolo "Teachers as Designers of Learning Environments", curato da A. Paniagua e D. Istance, il Modello Scuola senza Zaino parte dal presupposto che il bambino a scuola debba stare bene.
E così, la scuola dell'infanzia e le classi prime dell'Istituto diretto da Paola Rosapepe sta sperimentando già da settembre 2019 questo nuovo modo di stare in aula. I banchi, secondo il principio della comunità, non sono più disposti in fila, ma sistemati in gruppo e creano "isole", in cui i bambini socializzano più facilmente.
Per il principio dell'accoglienza, inoltre, in classe c'è una cartellonistica che aiuta gli alunni durante la giornata con messaggi positivi e regole di comportamento.
Niente più lezioni frontali in cui c'è un docente che parla, imponendo dall'alto le cose da fare, e un discente che si limita a seguire e obbedire: con strategie di comunicazione più "coinvolgenti", i giovani studenti vengono guidati a fare da soli, ad essere artefici del proprio apprendimento, partecipando in prima persona a lezioni condivise.
Ma giungiamo al punto clou dell'iniziativa: gli alunni di Maiori e Minori non portano più lo zaino a scuola. Un gesto che significa liberarsi da un peso fisico, perché spesso gli zaini sono come macigni, ma anche da un peso morale, perché la scuola non dev'essere faticosa, ma piacevole. Lo zaino, infatti, richiama alla mente l'idea di un viaggio verso un luogo sconosciuto, estraneo, se non ostile, impervio, non umanizzato. Nell'improprio uso che se ne fa a scuola, rimanda al pensiero di un posto in cui si è di passaggio, quasi in visita, per affrontare il quale, è necessario possedere un bagaglio a mano pesante, munito di molti attrezzi che consentono di fronteggiare prove, controlli, ostacoli.
I materiali con cui lavorare gli alunni li trovano ogni mattina a scuola e, a parte i quaderni, sono di tutti: al centro dell'isola ci sono i contenitori con penne, matite, righelli, che - essendo della classe e non personali - favoriscono l'instillazione del senso di comunità e di responsabilità. Lo zaino viene sostituito da una piccola tracolla in cui riporre l'indispensabile: fazzoletti, spazzolino, merendina.
Novità che si rifà a un concetto di matrice classica è l'angolo dell'agorà: uno spazio ricoperto da cuscini su cui i bambini possono rilassarsi in modo costruttivo, dialogando, confrontandosi o soltanto fermandosi un attimo a riposare.
«Ci sono un sacco di riscontri positivi - ci ha detto l'insegnante di ambito logico-matematico Vincenzina Sarno -. Per cominciare, i bambini sono contenti, felici di venire a scuola. Adorano l'angolo dell'agorà, perché lo vedono come un modo per fare socializzazione e sentirsi accolti in classe. Da quando abbiamo introdotto questo modello, ho notato una capacità di lavorare insieme molto radicata, non c'è competizione, ma si fa squadra per raggiungere un obiettivo comune. Sono estremamente soddisfatta di questo modello perché anche la scuola deve cambiare e adeguarsi ai tempi e alle nuove esigenze», ha chiosato.
(Foto: Giunti Scuola)
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