Tu sei qui: PoliticaContro il depuratore al Demanio "Maiori di nuovo" chiede che si esegua la sentenza della Corte di Giustizia Europea
Inserito da (PNo Editorial Board), mercoledì 21 settembre 2022 17:08:01
La sesta sezione della Corte di Giustizia dell'Unione Europea, il 6 ottobre 2021, ha condannato l'Italia per una serie di inadempimenti riguardo il trattamento delle acque reflue. In particolare, i giudici avrebbero riscontrato irregolarità e mancanze in 620 agglomerati urbani in tutta Italia, tra cui anche Maiori, in Costiera amalfitana, dove ha rilevato l'assenza di un impianto idrico e fognario e di depurazione adeguato.
Maiori non rientra però nelle cinque aree sensibili di cui ha trattato la sentenza, ossia che hanno bisogno di un trattamento di depurazione "più spinto", come invece è quello previsto dal progetto della Provincia di Salerno.
«La legge NON richiede ai territori come la Costa d'Amalfi ed a paesi con popolazione inferiore ai 10000 abitanti di adottare un impianto spinto ad alto impatto territoriale come quello consortile previsto nel demanio di Maiori», spiega la capogruppo di "Maiori di nuovo", Elvira D'Amato, che concorda con il Comitato Tuteliamo la Costiera Amalfitana nel proporre come alternativa il MUDS.
Il MUDS, frutto della ricerca Universitaria Italiana, è un sistema brevettato di trattamento subacqueo dei reflui che rende la sostanza organica contenuta nei reflui disponibile come fonte energetica per diverse catene trofiche marine. Nel caso di Maiori, andrebbe a collegarsi al sistema di depurazione presente a Costa d'Angolo.
«Ancora una volta - dichiara la consigliera di minoranza - si è progettata un'opera, quella del depuratore consortile nel Demanio di Maiori, inadeguata ed a forte impatto ambientale, che non tiene conto nemmeno delle esigenze turistiche del paese. Ma Maiori ha bisogno di un sistema di depurazione adeguato alle esigenze del territorio, che sia sostenibile ed efficiente: la tecnologia di depurazione marina MUDS assicura funzioni di salvaguardia ambientale ed è perfetta anche per far fronte a situazioni di emergenza».
«Intendiamo - ribadisce la D'Amato - riportare la volontà popolare da noi rappresentata nel Consiglio comunale ed in ogni altra sede istituzionale perseguendo con coerenza e determinazione i nostri obiettivi. L'opera di depurazione delle acque è finanziata con 18 milioni di euro. Sono abbastanza per non perseverare nell'inerzia ma non devono essere sono un alibi per una spesa pubblica a tutti i costi che non rispetta l'ambiente e le reali esigenze del paese».
E chiosa: «In coerenza con la nostra linea politica, continueremo a chiedere nelle sedi istituzionali che si tenga conto di quanto prescrive per maiori la sentenza della Corte di Giustizia Europea dello scorso 6 ottobre 2021 e che l'impegno preso da chi amministra volto a verificare la possibilità di adottare il sistema MUDS venga rispettato con tempestività. L'urgenza dell'opera è ormai divenuta emergenza: non si accampi la solita scusa che "Chi progetta non governa e chi governa non progetta"».
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