Tu sei qui: Territorio e AmbienteMaiori, il depuratore e la sentenza della Corte Europea. D’Amato: «Incongruenze nel progetto dell’impianto consortile»
Inserito da (Maria Abate), mercoledì 27 ottobre 2021 10:37:11
La sesta sezione della Corte di Giustizia dell'Unione Europea, il 6 ottobre scorso, ha condannato l'Italia per una serie di inadempimenti riguardo il trattamento delle acque reflue, in particolare in cinque aree sensibili dal punto di vista ambientale.
In particolare, i giudici avrebbero riscontrato irregolarità e mancanze in 620 agglomerati urbani in tutta Italia, tra cui anche Maiori, in Costiera amalfitana.
«La Commissione Europea vigila che tutti gli stati membri rispettino i regolamenti europei. È accaduto che si è aperto un contenzioso tra la Commissione e la Repubblica Italiana e Maiori compare in diverse censure. La nostra rete fognaria non è adeguata perché non convoglia in impianti per la depurazione dei reflui urbani e il tipo di trattamento di cui abbiamo bisogno è quello secondario o equivalente», ha spiegato la capogruppo di #Maioridinuovo Elvira D'Amato.
E poi va nel dettaglio: «Maiori non rientra però nelle cinque aree sensibili di cui ha trattato la sentenza, ossia che hanno bisogno di un trattamento di depurazione "più spinto". L'Ente Idrico Campano si fa carico della progettazione di tutti gli interventi nell'ambito regionale e, per quanto ci riguarda, attua l'intervento attraverso la Provincia di Salerno. Il nostro progetto descrive il depuratore come "un impianto che deve osservare i criteri propri del trattamento depurativo che garantiscono uno scarico conforme a quanto previsto nelle aree sensibili". Abbiamo però visto che per la Corte Maiori non è area sensibile. Tutto questo va discusso in Consiglio».
«La sentenza dice che Maiori - aggiunge la D'Amato - è carente anche di progettazioni su un impianto di trattamento delle acque reflue che garantisca prestazioni sufficienti sia nelle normali condizioni climatiche normali sia nelle variazioni stagionali di carico. È chiaro che questi requisiti debbano essere rispettati da chi realizza l'impianto e controllati da chi ne ha le competenze. A questo proposito non ci limiteremo soltanto a intervenire in consiglio: abbiamo già interloquito già con le Autorità, con i parlamentari, con il WWF e ci aspettiamo che verifichino che le scelte che si faranno sul territorio siano conformi alla normativa e adeguate all'impatto ambientale che comporterà l'intervento».
«La normativa europea non ci chiede un impianto consortile, ma molto più leggero. Quando il progetto sarà presentato definitivamente bisognerà verificare se sono stati fatti tutti i passaggi affinché non si violi la normativa europea di settore e quale sarà il livello di vulnerabilità dell'area nella quale verrà collocato il depuratore e ricordiamo che il Demanio è un'area protetta. È ancora tutto da vedere. Il Commissario unico italiano si occuperà anche di questa procedura di infrazione e quindi sarà soggetto coordinatore della nostra realtà locale: questo ce l'ha confermato anche il Ministero alla Transizione Ecologica e ne chiederemo conto in Consiglio comunale», ha chiosato.
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